“Il finestrino dell’auto dei miei genitori è stato la mia prima macchina fotografica “ così dice Annie Leibovitz a proposito della sua passione. I miei primi ricordi sono i pomeriggi interminabili trascorsi con mia sorella Paola sul posto di lavoro dei miei genitori. Tempo che si dilatava all’infinito nel periodo estivo e che ovviamente andava riempito. Da qui le molteplici passioni. Scrivere, disegnare, fotografare, ascoltare la musica, inventare giochi…scandire i tempi, suddividere le ore, i minuti, godere perfino dei momenti di noia e ascoltare il suono delle cicale e dei grilli della campagna intorno a noi. Tutto questo bagaglio è stato un esercizio continuo, giorno dopo giorno come un allenamento, un inno alla pazienza. Tempo speso ad affinare la tecnica, ricercare le parole, imparare a memoria canzoni che mi sono entrate nel cuore come una parte di me, come una colonna sonora. Ogni momento della vita fa parte di un disegno che ci ha portato dove siamo ora. Scrivere, disegnare, ascoltare la musica, appassionarmi all’arte, visualizzare immagini…tutto connesso. Una nessuna centomila.