“E’ incredibile, non mi aspettavo questo edificio”-disse Gus Van Sant entrando all’interno della Mole Antonelliana. “Sembra di essere in un film di Tim Burton”.
Questa frase calza a pennello con la mostra che si tenne al Museo del Cinema di Torino qualche anno fa. Duecento opere tra fotografie, bozzetti, schizzi, acquarelli, collage, storyboard e polaroid artistiche. Ho sempre amato Gus Van Sant, un artista poliedrico, portavoce del cinema indipendente ma talmente bravo da potersi adattare alle regole di Hollywood. Inutile dire che ho amato i suoi film e le sue polaroid.